Donna negata
La Rivoluzione iraniana del '79 con l'istituzione della Repubblica islamica e con a capo supremo l'Ayatollah Khomeini, scaturita da un contesto di caos politico e sociale durante la monarchia dello scià Pahlavi con un governo filo-occidentale, portò ad un cambiamento radicale perché basato su un governo Teocratico, ossia sulla prevalenza della religione sulla politica, sul rispetto del Corano come fonte di diritto e della sharia, la Legge di Allah.
Ma cosa significa la Sharia per le donne iraniane. Principalmente possesso, oggettificazione della donna, comportamenti discriminatori ed oppressivi, perché sebbene la sharia riconosca l'uguaglianza degli uomini e donne agli occhi di Dio, nella vita reale, l'autorità maschile sulle donne viene legittimata da un hadith (racconto) del Profeta secondo cui la donna è imperfetta nella fede e nell'intelligenza e in sostanza, risulta di fatto un essere "inferiore".
Il primo uso dello slogan "Donna, vita, libertà" risale alle proteste dal 2022 per la morte di Mahsa Amini torturata e insultata per l'uso improprio dello hijab (il velo) imposto per legge.
La sua morte ha scatenato la rabbia del popolo iraniano e ha dato il via ad una rivoluzione guidata in gran parte da giovani donne e movimenti femministi che chiedono la fine del regime islamico.
Cosi come i loro gesti di protesta di togliersi il velo o tagliarsi i capelli in segno di lutto, di condivisione del dolore e del proprio dissenso contro il regime, ho simbolicamente e provocatoriamente messo la museruola alla donna che protesta perché nessun bavaglio possa azzittire e fermare i sacrosanti diritti delle donne e perché possano tornare a vivere una vita degna di essere vissuta.